I numeri della diffusione di bufale in Italia


La fake news può essere paragonata ad un virus che, una volta entrato in circolo, detiene il primato di contagio maggiore rispetto ai virus veri e propri, a causa dell’assenza di cura alla tendenziosità.

Possono essere definite come subdole, manipolatrici, capaci di influenzare chiunque e di lasciarlo naufragare nell’isola della credulità popolare.

LE FAKE NEWS IN ITALIA GENERANO 16,3 MILIONI DI VISITE AL MESE

Riguardo al quadro di affluenza di notizie false in Italia, i dati parlano chiaro: dalle analisi condotte da ContenutiDigitali.net, veniamo a conoscenza che, soltanto nel nostro Paese, le fake news generano 16,3 milioni di visite al mese.

Sappiamo, inoltre, che sono 23 i siti italiani inaffidabili e il più letto genera il 28% del traffico totale di tutti i siti di fake news.

Teniamo anche presente che la maggior parte del traffico prodotto a causa della bufala proviene dai social network, specialmente da Facebook, la piattaforma più longeva.

Matteo Gasparello, autore dei dati riportati, ci spiega che i principali diffusori di notizie false sono proprio i social, poiché i vari profili che condividono la fake news non possono essere monitorati, per cui gli utenti meno attenti abboccano all’amo, avendo a loro volta la possibilità di far circolare quanto letto, purtroppo, con poca attenzione.

Attraverso questo report di dati, abbiamo potuto renderci conto delle cifre elevate con cui le views riguardanti notizie false raggiungono gli utenti del digitale.

Non c’è da stupirsi, basti pensare che “tutto fa informazione”: dagli articoli di sport a quelli di cronaca, dal gossip alla politica, tralasciando l’enorme quantità delle altre categorie possibili.

Come l’autore può impostare e costruire la bufala

L’autore della fake news ha la possibilità di scegliere tra due strade per impostare la bufala: costruirla dalle fondamenta oppure basarsi su fatti reali.

Il primo caso determina la facilità con cui una notizia falsa riesce a circolare immediatamente su scala mondiale, grazie alla velocità istantanea di internet e alla fitta rete di scala mondiale concessa dalla globalizzazione.

Il creatore della fake news, imboccando la prima uscita sopra descritta, ha solo da inventare un fatto e, soprattutto se corredato di tag di tendenza, in pochi secondi giunge ad un pubblico che a sua volta ha il proprio pubblico, lasciando così che la notizia segua il suo flusso.

Se invece l’artefice decide di immettersi nella seconda strada, per abbozzare la bufala deve solo prendere accadimenti reali e romanzarli con qualche elemento fasullo, incastrandolo all’interno dell’articolo come fosse un pezzo di un puzzle.

Così il lettore leggerà una notizia di cui potrà già essere venuto a conoscenza, ma entrerà in contatto con nuove tracce inedite che, seppur ingannevoli, può prendere per vere, dato che ha davanti a sé un quadro generale del fatto di cui tutti parlano.

In entrambi i casi, la fake news entra in circolo e la sua rapida divulgazione lascia intendere come sia stato possibile raggiungere 16,3 milioni di visite al mese soltanto in Italia.

Ma come mai il responsabile della bufala ha voluto creare una notizia falsa, pur consapevole che la sua diffusione sarà immediata e desterà confusione?

Inizialmente la fake news nasce con fine di lucro: il clickbait (in italiano acchiappaclic) attira gli users verso un contenuto web, così il lettore passerà del tempo sull’articolo e, senza controllarlo, lo condividerà con nuove persone, generando guadagno dalla pubblicità per l’autore della notizia falsa, il quale ha abusato della libertà di parola, il diritto che ci permette di manifestare il nostro pensiero con il supporto di mezzi di diffusione.

Scopri il nostro archivio di notizie false. Chissà se anche tu ti sei imbattuto in una di queste?

Ecco il link per vedere le fake news del momento sul nostro sito: https://fakebusters.app/FakeNews.php





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