ERWIN SCHRÖDINGER, IL PADRE DELLA MECCANICA QUANTISTICA, MORÌ 60 ANNI FA


4 gennaio: l’anniversario della morte di Erwin Schrödinger, il padre della meccanica quantistica, avvenne nel  1961, 60 anni fa.

Questo giorno è denso di eventi storici avvenuti nell’arco di diversi anni.

Ad esempio, il 4 gennaio 1962 a New York entra in funzione un treno che opera senza manovratore, oppure nel 1968 Corrado Mantoni conduce per la prima volta il programma radiofonico “La corrida” , trasmesso sulla seconda rete della Rai.

Il 2010 inaugura questa data a Dubai con il Burj Khalifa, ossia il grattacielo più alto del mondo con i suoi 828 metri di altezza. All’anagrafe, vediamo nascere nel 1809 Louis Braille, l’inventore francese dell’alfabeto tattile, mentre nel più vicino 2015 gli appassionati di musica italiana piangono la scomparsa del cantautore napoletano Pino Daniele.

Ma il mondo della fisica ricorda la data del 4 gennaio 2021 come il 60esimo anniversario dalla morte del padre della meccanica quantistica, Erwin Schrödinger.

Chi era Erwin Schrödinger?

Schrödinger era l’austriaco vincitore del premio Nobel per la fisica nel 1933.

Ha fornito contributi tutt’oggi fondamentali al campo della fisica, tanto che a lui è stata intitolata un’equazione, l’equazione Schrödinger, la quale determina l’evoluzione temporale dello stato di un sistema.

Ma per chi, come noi, non è ferrato nell’argomento, forse è preferibile conoscere la biografia e le curiosità che circondano questo illustre personaggio del settore della scienza.

Schrödinger ha sempre dimostrato, fin da bambino, interesse nell’ambito matematico:  dopo aver frequentato il Gymnasium di Vienna, entra con ottimi voti all’Università dove segue lezioni di fisica, grazie alle quali ottiene un dottorato e l’occupazione di assistente in un laboratorio di fisica sperimentale.

Nel 1921 viene chiamato da Zurigo per occupare la cattedra all’Università della città, dove precedentemente aveva seduto niente di meno che Albert Einstein.

Questi sono gli anni più floridi della sua carriera di fisico, in quanto, proprio tra il 1925 e il 1926, getta le basi fondamentali delle teorie quantistiche della meccanica, scoperta che gli costa una fama di livello internazionale, un eureka che lo porta fino a Berlino, dove diventa professore dell’ateneo più prestigioso nell’ambito delle discipline teoriche.

Ma gli effetti del nazismo non si fanno attendere: il potere politico diventa sempre più autoritario e l’università tedesca subisce un’avaria. Così Schrödinger preferisce abbandonare la cattedra e recarsi ad Oxford nel 1933, anno della vincita del Nobel.

Dopo aver tentato un ritorno nella sua Austria d’origine, la storia gli si ripercuote contro con l’annessione dell’Austria alla Germania nazista, così il fisico è costretto a lasciare di nuovo la madrepatria e raggiungere, dopo varie tappe europee, l’Irlanda, ove rimane diciassette anni con la professione istituzionale di “Senior Professor” nel Dublin Institute for Advanced Studies.

Ma il desiderio di far ritorno nella sua Austria non lo ha mai abbandonato: terminata la Seconda Guerra Mondiale, Schrödinger riceve la nomina a professore “Ordinarius Extra-Status” dell’Università di Vienna.

Così Erwin è finalmente riuscito a conciliare la sua grande passione e audacia per la fisica, coronando il suo sogno con un ruolo di tutto rispetto nella sua città natale per cui nutriva un amore incondizionato e travagliato. 

Schrödinger ci lascia all’età di 73 anni, in data 4 gennaio 1961, nel suo appartamento di Vienna, pianto dall’intera comunità scientifica.

Forse è per noi un personaggio poco noto, ma trovandoci nell’era della resilienza, tema quanto mai attuale, possiamo apprendere dal fisico tale arte, interrogando noi stessi sull’importanza di qualcosa, data la sua mancanza quotidiana nella nostra vita.

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