Una vicenda poco seguita in Italia, ma tanto dibattuta nello Stato ebraico: nel maggio del 2020, per la prima volta in Israele, il premier in carica Benjamin Netanyahu si è trovato a doversi difendere in tribunale in seguito ad accuse di frode, corruzione e abuso di fiducia.
Netanyahu ottiene il primo mandato nel 1996, dopo di che, nel 2009, ne consegue un secondo che sarà destinato a durare ben 10 anni, inserendo il premier nella sezione di politico in carica più duraturo al Governo israeliano. Nel marzo del 2020, dopo che il Paese era stato portato alle urne per tre volte in un anno, il primo ministro riesce a trovare stabilità, dando vita a un Governo di unità in cui, ogni 18 mesi, Netanyahu e il suo principale rivale Benny Gantz si alternano le redini esecutive dello Stato israeliano.
Nel frattempo, vengono aperte le indagini contro il premier e l’avvio di un processo, ma di fronte alle accuse ricevute, Netanyahu si difende facendo ricadere la colpa verso i suoi stessi diffamatori, additandoli di volerlo privare del suo longevo potere politico.
Nonostante la sua posizione politica sgradita, la Corte Suprema riconosce che il premier può guidare il Paese pur essendo sotto processo.
Ma ripercorriamo la vicenda del primo ministro israeliano.
I casi aperti contro Netanyahu sono tre:
Il 19 luglio 2020, in seguito ad una pausa del processo causa pandemia da Coronavirus, il giudice della Corte Distrettuale di Gerusalemme ha annunciato la ripresa di quest’ultimo e che l’audizione dei testimoni si terrà tra gennaio e febbraio 2021.
Dunque l’attesa per ascoltare i testimoni nel processo penale contro il premier si fa sempre più lieve, al contrario delle adunate di manifestanti che nelle ultime ore si sono affollate sotto la sua residenza a Gerusalemme: nonostante la sua ricandidatura alle urne anticipate in primavera (e la sua speranza di riconferma), stavolta Netanyahu ha grandi ostilità contro, non solo il processo che lo aspetta, ma anche l’imminente addio alla White House del suo principale protettore, il presidente uscente Donald Trump.
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