Gran Premio di Abu Dhabi 2020: l’ultima corsa di una stagione fuori dall’ordinario


Il GP, o Gran Premio di Abu Dhabi è stato l’ultima corsa di una stagione fuori dall’ordinario, poiché, come tutto il mondo nell’era del Covid-19, anche il mondiale di Formula 1 ha risentito della pandemia e ha fatto sí che questo specifico mondiale di uno storico sport avesse degli aspetti a inaspettati.

Accanto a questi, però, si sono registrati aspetti che rientrano nella normalità, anche se in un anno così particolare nessuno di noi si sarebbe mai aspettato che sarebbero rimasti immutati.

Ecco quali peculiarità hanno caratterizzato il mondiale conclusosi con il GP di Abu Dhabi.

Gli aspetti fuori dall’ordinario del Gran Premio di Abu Dhabi

Iniziamo con la categoria del mondiale straordinario che vede 3 punti principali:

1) I circuiti e i viaggi

Come la Nazionale italiana di calcio è patrimonio di Stato e tutti hanno diritto a vederla giocare nelle proprie città, il Mondiale di F1 è patrimonio di tutti cittadini del mondo e gli appassionati di motori segnano la data sul calendario aspettando che le monoposto corrano per le strade o per i circuiti del proprio Paese.

Ma il Covid-19 ha scombussolato il calendario del mondiale. Infatti le rigide regole per gli spostamenti e le diverse situazioni con il virus (che nel vivo della pandemia erano vissute in maniera diversa in tutti i continenti), ha fatto sì che le date e i Paesi designati fossero modificati, stoppando di fatto i sogni e l’euforia degli appassionati, i quali non avrebbero comunque potuto vedere le monoposto per via del virus.

Quest’ultimo ha, però, permesso ai vecchi circuiti ormai in disuso di essere rispolverati, consentendo alle famose righe nere del pneumatico di tornare a segnare un asfalto polveroso. Questo è avvenuto perché sono state svolte nello stesso Paese più gare al fine di limitare i tanto complicati spostamenti, cosa non semplice già di per sé per il team, per i piloti e soprattutto per le macchine, ma durante la pandemia questi processi sono stati maggiormente complicati e non tutti hanno potuto aver il privilegio di ospitare un Gran Premio.

2) La Ferrari

Uno dei punti straordinari, anche se in senso negativo, è stato sicuramente l’andamento della Ferrari: infatti la monoposto ha fatto un mondiale in ombra nonostante il giovane pilota Charles Leclerc, gioiellino che tutti i tifosi del cavallino non vedevano l’ora di ammirare in gara.

Anche Maranello ha deluso le aspettative, con posizionamenti in gara e nelle prove mai all’altezza e, probabilmente, per colpa della macchina verso la quale tutti puntavano il dito indicandola come non all’altezza delle diverse situazioni.

Quest’anno di stand by è stato, infine, anche un saluto amaro per Vettel, che con questa gara e il 14esimo posto, chiude ufficialmente il suo rapporto con la Ferrari, salutandola tristemente e lasciandola come un cavallo zoppo che avrà il tempo di guarire, ma senza di lui.

3) Assenze dei piloti

Quest’ anno abbiamo visto anche assenze di alcuni piloti causa Covid19, come il campione Louis Hamilton, del quale parleremo anche in seguito. Infatti in questo strano mondiale non abbiamo visto solo le assenze per infortuni e difficoltà dovute a uno stato di forma. C’è stata, per la prima volta nella storia, l’assenza causa positività al Covid-19.

Gli aspetti “ordinari” del GP di Abu Dhabi

In un anno così particolare, alcuni aspetti sono rimasti, per così dire, “ordinari” anche per il Gran Premio di Abu Dhabi. Ecco quali:

1) Louis Hamilton

Strano vedere il pilota inglese nella sezione degli ordinari, in quanto questo “pilota ordinario”, che ha mantenuto il social distancing nella classifica ordinaria da tutti gli altri partecipanti laureandosi campione con settimane d’anticipo, rientra nella suddetta categoria poiché ormai non fa quasi più notizia una sua pole position e/o una sua vittoria: proprio in questa stagione ha battuto un record che fino ad ora era detenuto da Mick Schumacher, il grande ferrarista.

Ma l’anno di Louis Hamilton è stato tutt’altro che ordinario, nonostante fosse il favorito per la vittoria del mondiale: infatti, quest’anno è stato protagonista della campagna Black Lives Matter e ha diversificato i suoi orizzonti investendo con il suo marchio in diversi settori, oltre ad essere stato uno dei piloti positivi al covid.

Quindi Louis Hamilton è ordinariamente straordinario.

2) I BOX

Un altro punto ordinario e dato per scontato è stato quello della presenza del team nei box: anche se con alcune limitazioni, il team di ogni monoposto era presente all’interno dei box per dare sostegno ai piloti e questa cosa, per quanto possa sembrare ordinaria, è stata incredibile in quanto le norme correnti avrebbero impedito e sconsigliato una presenza così consistente all’interno di spazi così ristretti.

Essendo impossibilitati a fare diversamente è stato tutto svolto nella normalità, senza rinunciare né ai grilli parlanti che sussurravano consigli ai piloti, né a chi era pronto a rimettere in pista una monoposto usurata dal grande sforzo, rafforzando il gruppo squadra nel momento del bisogno.

3) Il mondiale

Il mondiale è stato l’aspetto ordinario più grande, racchiudendo al suo interno una competizione amata e seguita in tutto il mondo, la quale ha dato nei momenti bui e difficili della pandemia un sollievo regolare a tutti gli appassionati che, durante i momenti della gara, hanno avuto la possibilità di staccare da tutti i problemi e godersi il tanto amato Gran Premio di Abu Dhabi.

Conclusasi dunque questa stagione con il Gran Premio di Abu Dhabi vinto dal pilota  Max Verstappen, attendiamo tutti di scoprire il destino dei piloti e di vedere i nuovi progetti delle case automobilistiche.

Nell’attesa, speriamo in un nuovo mondiale più combattuto e pieno di straordinarie novità, il tutto goduto dagli spettatori da casa e, perché no, dagli spalti dei circuiti.

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